Osteria della Scioa

L'Osteria della Scioa è un piccolo ristorante caratteristico ed accogliente situato nel centro storico di Pelago,
piccolo borgo medioevale, a soli venti chilometri da Firenze.

La pasta è fatta in casa come i prelibati dessert e non mancano piatti esclusivamente vegetariani.

martedì 6 dicembre 2011

I cappelletti



Come sempre sono in ritardo sulla definizione del menù per Natale, l'unico piatto certo, quello che per una cuoca romagnola non può mai mancare sono
"I cappelletti in brodo di carne".
 

Hanno una preparazione lunga, perché vanno chiusi a mano uno alla volta, così nelle case ci si avviava per tempo a prepararli e si riuniva la famiglia intorno alla spianatoia perché tutti davano una mano.
C'era chi tirava le sfoglie, naturalmente col mattarello e tagliava i quadratini, chi metteva il ripieno, chi chiudeva i cappelletti e chi li metteva in file ordinate per poterli contare facilmente.
Non so a che età ho cominciato a chiudere i cappelletti, ma sicuramente da molto piccola, 4 o 5 anni, perché mi sembra di averlo sempre fatto.
Il ripieno si può fare in molti modi, quasi ogni famiglia ha la sua variante. C'è chi mette il petto di pollo, chi del brasato, chi aggiunge la mortadella e chi altri sapori.

 
Io metto lonza di maiale disossata, tagliata a fettine e rosolata in burro e olio, poi la passo più volte nel tritacarne insieme al prosciutto crudo. 
Al passato aggiungo il raviggiolo e un po' di formaggio caprino fresco, alla fine condisco il tutto con parmigiano grattugiato, sale, pepe, noce moscata e un uovo.

 Il ripieno si può preparare anche un giorno prima e conservarlo in frigorifero.







 


Quando si passa alla vera e propria preparazione dei cappelletti devo farmi aiutare da almeno un paio di collaboratrici, perché il lavoro deve essere portato avanti velocemente altrimenti si secca la pasta e i cappelletti non si riescono a chiudere bene.

Io stendo la pasta con la sfogliatrice e la taglio, la Dionea mette il composto sui quadratini e insieme alla Mirtona li chiudiamo, poi lei li mette in fila sui vassoi.




Nell'arco degli anni ho avuto molte aiutanti per questo lavoro, spesso straniere di diversi paesi, così ho allargato la nostra tradizione anche alle loro famiglie.