Osteria della Scioa

L'Osteria della Scioa è un piccolo ristorante caratteristico ed accogliente situato nel centro storico di Pelago,
piccolo borgo medioevale, a soli venti chilometri da Firenze.

La pasta è fatta in casa come i prelibati dessert e non mancano piatti esclusivamente vegetariani.

sabato 31 dicembre 2011

Stiamo per andare in ferie....

Dal 2 di gennaio saremo in ferie, riapriremo il 14 gennaio, festa di San Valentino, per la cena.  
Una settimana prima della data indicata pubblicherò il menù per la serata, intanto eccovi la foto di alcuni piatti del pranzo di Natale.

L'antipasto.....












I cappelletti...














Le lasagne....

















L'arista di maiale con uva e mele caramellate...












...e i dolci.

mercoledì 7 dicembre 2011

Il menù per Natale

Ecco il menù per il pranzo di Natale, può darsi che vi apporterò qualche piccola modifica strada facendo, ma grosso modo è questo:

MENU’ DI NATALE 2011


Antipasti

Paté di fegato
Tartelette con cipolle e olive
Flan di piselli

Insalatina di sedano di verona e bresaola


Primi piatti

Cappelletti in brodo di carne
e
Lasagnette verdi al ragù di piccione


Secondi

Arista di maiale disossata con uva e mele caramellate
e
Bocconcini di capriolo con purè di patate


Tris di dessert

Panna cotta della casa
Crostatina alle pere
Torta al cioccolato
Vino: Chianti Rufina Fattoria di Basciano

. 45,00 tutto compreso

martedì 6 dicembre 2011

I cappelletti



Come sempre sono in ritardo sulla definizione del menù per Natale, l'unico piatto certo, quello che per una cuoca romagnola non può mai mancare sono
"I cappelletti in brodo di carne".
 

Hanno una preparazione lunga, perché vanno chiusi a mano uno alla volta, così nelle case ci si avviava per tempo a prepararli e si riuniva la famiglia intorno alla spianatoia perché tutti davano una mano.
C'era chi tirava le sfoglie, naturalmente col mattarello e tagliava i quadratini, chi metteva il ripieno, chi chiudeva i cappelletti e chi li metteva in file ordinate per poterli contare facilmente.
Non so a che età ho cominciato a chiudere i cappelletti, ma sicuramente da molto piccola, 4 o 5 anni, perché mi sembra di averlo sempre fatto.
Il ripieno si può fare in molti modi, quasi ogni famiglia ha la sua variante. C'è chi mette il petto di pollo, chi del brasato, chi aggiunge la mortadella e chi altri sapori.

 
Io metto lonza di maiale disossata, tagliata a fettine e rosolata in burro e olio, poi la passo più volte nel tritacarne insieme al prosciutto crudo. 
Al passato aggiungo il raviggiolo e un po' di formaggio caprino fresco, alla fine condisco il tutto con parmigiano grattugiato, sale, pepe, noce moscata e un uovo.

 Il ripieno si può preparare anche un giorno prima e conservarlo in frigorifero.







 


Quando si passa alla vera e propria preparazione dei cappelletti devo farmi aiutare da almeno un paio di collaboratrici, perché il lavoro deve essere portato avanti velocemente altrimenti si secca la pasta e i cappelletti non si riescono a chiudere bene.

Io stendo la pasta con la sfogliatrice e la taglio, la Dionea mette il composto sui quadratini e insieme alla Mirtona li chiudiamo, poi lei li mette in fila sui vassoi.




Nell'arco degli anni ho avuto molte aiutanti per questo lavoro, spesso straniere di diversi paesi, così ho allargato la nostra tradizione anche alle loro famiglie.